Il percorso propone momenti che hanno come soggetto principale il territorio, inteso non come luogo astratto ma come luogo vissuto, fatto di natura, di storia, di realtà antropiche, di città e paesi dove vive la comunità e di cui la scuola ne è parte attiva. Gli alunni verranno quindi “accompagnati” in un percorso cognitivo, emotivo e di esperienza che offrirà loro gli stimoli, le conoscenze e gli strumenti necessari per un primo approccio al territorio
Il progetto li porterà a cimentarsi con l’esperienza dell’escursionismo e del camminare a piedi per conoscere e scoprire gli angoli nascosti e più suggestivi dei monti e dei boschi dell’altopiano Laceno, ridente località del Comune di Bagnoli Irpino: il paesaggio, il pascolo, le sorgenti, i boschi, il lago, le valli, i sentieri. Gli alunni verranno messi a conoscenza di nozioni semplici e basilari su escursionismo, geologia del territorio, flora e fauna, nonché sull’ equipaggiamento e l’alimentazione dell’escursionista. Inoltre verranno messi in evidenza gli aspetti storici, culturali e naturalistici dei vari siti, allo scopo di stimolare e sviluppare nelle giovani generazioni il concetto di “percezione ecologica del territorio” e di fruizione corretta della natura. Intendiamo rivolgere il nostro progetto ai più giovani in quanto siamo fortemente convinti che riappropriarsi delle proprie capacità di camminare a piedi, di scoprire luoghi nuovi che si sviluppano attorno alla propria città e di meravigliarsi dei colori e degli odori del nostro territorio sono delle esperienze che ogni bambino, futuro adulto di questa società, deve vivere. Riteniamo che la natura va dapprima conosciuta e scoperta per poi rispettarla e tutelarla, non limitandosi ad esserne semplice “utente” ma parte attiva, interagendo con essa.
Recuperare la memoria storica di luoghi che oramai, per certi versi, sembra perduta. Creare e formare una vera e propria mentalità ecologica coerente e al tempo stesso dinamica. Coerente, intesa come profondo convincimento che i comportamenti e le scelte derivano dalla consapevolezza di un’esperienza e di una conoscenza acquisita. Dinamica, perché in grado di evolversi al mutare dei problemi. Spesso da una singola scelta e da una presa di posizione individuale e quotidiana si possono raggiungere grandi traguardi.
Questo progetto si attua attraverso un percorso ideale concretizzato in percorsi didattici: la conoscenza e la scoperta, dove gli alunni scopriranno e potranno vivere un’esperienza a stretto contatto con l’ambiente naturale:
Alunni della scuola primaria e secondaria di 1^ grado, docenti e genitori.
L’ esperienze di “scuola nel bosco”, è una tipologia di attività educativa che ha come principale peculiarità lo svolgimento dell’esperienza a diretto contatto con la natura. Un percorso di ricerca-azione affiancherà l’intero percorso concentrando l’attenzione sui vissuti dei bambini, degli insegnanti, degli operatori e dei genitori in relazione tra loro e con l’ambiente naturale. Frequentare spazi aperti rende i bambini più dinamici e più attivi, si tratta di un’agilità fisica e mentale allo stesso tempo. Un ulteriore aspetto è il positivo stato emotivo che provano i bambini quando stanno vicini tra loro in contesti verdi. Le caratteristiche del bosco rendono più facile per il bambino socializzare, estraniarsi o cambiare una situazione di gioco in base a ciò che sente.
Fra tutti gli ambienti naturali, il bosco è probabilmente quello più ricco di multisensorialità, il bosco è sotto, sopra, accanto a noi, un luogo che cambia in continuazione e offre molti stimoli. Non solo alberi, ma anche arbusti, erbe, animali grandi e piccoli, cortecce, semi, frutti, borre, funghi, terra, rocce, acqua, luce e ombra; un sistema complesso di vita, dove bambini e adulti entrano a far parte di un mondo pieno di relazioni e interconnessioni. (Berthold/ Ziegenspeck, 2002).
Obiettivi generali – Sviluppare un percorso didattico sul tema “pedagogia attraverso la natura” rivolto alle docenti e ai bambini – Permettere ai bambini di sperimentare e scoprire il Parco appassionandoli a questo nuovo ambiente (bosco-casa) – Creare un forte legame con la natura per poter meglio comprendere la vita – Favorire l’interazione e la collaborazione attiva con i compagni nella scoperta di nuove avventure a pieno contatto con la natura e con il materiale che ci offre – Creare un nuovo strumento pedagogico “trasferibile” e applicabile in altre sedi.
Obiettivi specifici – Proporre un approccio alla natura “attraverso i sensi”, utilizzando quale mezzo principale di apprendimento il gioco libero, valorizzando il “sentire” per sviluppare “il fare” e “il sapere” – Far conoscere, rispettare e apprezzare la natura – Offrire alle docenti gli strumenti per riuscire a vivere pienamente la natura e di conseguenza per permettere loro di “farla vivere” ai bambini senza necessariamente acquisire delle conoscenze o delle tecniche specifiche – Far conoscere alle docenti le possibilità di sviluppare delle attività di educazione ambientale nel Parco, ma anche di avere uno scambio con degli approcci educativi diversi.
Altopiano Laceno
Il Laceno (detto anche Piano Laceno) è sito su un altopiano a circa 1050 metri sul livello del mare. Il nome deriva da lacino, piccolo corso d’acqua. L’abitato della frazione, composto prevalentemente da alberghi, ristoranti, ville e residenze, sorge attorno al lago omonimo. È circondato da un’area boschiva prevalentemente di conifere e fagacee. La località è attorniata da varie cime: la più alta è il monte Cervialto con 1809 m di altezza, seguono il monte Rajamagra con 1667 m, il monte Cervarolo 1558 m e Montagna Grande con 1509 m. La particolare conformazione dell’altopiano fa sì che spesso accada che nella zona del lago ci siano prati verdi. La particolare forma “a conca” dell’altopiano favorisce forti inversioni termiche nell’altipiano in tutte le stagioni, soprattutto nelle nottate serene e con calma di vento, con picchi di temperature minime che, nei mesi invernali, possono raggiungere i -20 °C.
Il Lago Laceno
Il Lago Laceno, alimentato dal torrente Tronola, sorge all’inizio del pianoro e si spande attorno all’abitato. In principio la zona era paludosa, poi nei secoli scorsi lo stesso comune si mobilitò per rendere coltivabile il terreno, bonificando il territorio e canalizzando le acque fino a farle defluire nella posizione odierna del lago. Il terremoto dell’Irpinia del 1980 ne ha progressivamente ridotto la superficie alla sola parte su cui affaccia la pianura, a causa di falle apertesi nel sottosuolo lacustre e di altre aperte alla sorgente Tronola che alimenta poco la zona lacustre. Questa sezione del lago, che si riduce durante l’estate, raggiunge la sua massima espansione nei mesi di dicembre e gennaio.
Flora e fauna
La flora dell’altopiano è caratterizzata da fegacee, ovvero dal faggio, dal castagno, da querce, quali il cerro, la roverella e il leccio, oltre che dall’acero campestre, dall’acero napoletano, dal nocciolo, dal tiglio, dall’orniello, dall’ontano napoletano, dal carpino nero e bianco. Fra le conifere vi sono pini, come il pino nero e silvestre (immessi artificialmente), e l’abete bianco.
Per quanto riguarda la fauna, fra gli uccelli si possono osservare vari passeriformi, come il passero, il pettirosso, il merlo, la cinciallegra, il codirosso, il fringuello, il verdone comune, il verzellino, l’usignolo, l’averla, il lucherino, il rigogolo, la gazza, la cornacchia grigia, il corvo imperiale e diversi rapaci, quali la poiana comune, il falco pellegrino, il gheppio, il gufo reale, la civetta, il barbagianni e la più rara aquila reale. I mammiferi presenti sono la lepre, il topo selvatico, l’arvicola rossastra, il ghiro, lo scoiattolo (come specie alloctona), la faina, il tasso, la volpe, il cinghiale, il gatto selvatico e, seppur raro, il lupo, con una quindicina di esemplari in tutto il comprensorio dei monti Picentini. Tra i rettili vi sono lucertole, quali la lucertola campestre, il ramarro occidentale, l’orbettino italiano e serpenti, quali la biscia dal collare, la biscia tassellata, il colubro lacertino, la vipera e il cervone anche se in declino. La fauna lacustre di anfibi ospita, fra le varie specie, la salamandra pezzata. I pesci, introdotti nel lago per la pesca sportiva, sono la carpa specchio, la carpa erbivora, la tinca, il persico trota, la trota iridea. Fra i pesci autoctoni vi sono l’alborella e la scardola.
Cultura
Il Laceno d’oro, festival del cinema neorealistico, fu ideato nel 1959 , intitolazione suggerita da Pier Paolo Pasolini, organizzata dal Comune di Bagnoli Irpino, la cui Giunta era guidata da Tommaso Aulisa. Direttori artistici Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, l’vento si svolse dal 1959 al 1966.
La cultura popolare del luogo è conosciuta per i suoi canti, proverbi, lavori e cucina. Quest’ultima, molto rinomata, si compone di ricette a base di prodotti del posto, quali tartufo nero di Bagnoli, funghi porcini, formaggi tipici e castagne.
Ai sensi della Circolare ministeriale del 14 ottobre 1992, n. 291 – comma 7 “Durata dei viaggi e periodi di effettuazione” 7.2 – E’ fatto divieto di effettuare visite e viaggi nell’ultimo mese delle lezioni, durante il quale l’attività didattica è, in modo più accentuato, indirizzata al completamento dei programmi di studio, in vista della conclusione delle lezioni. Entro tale termine dovranno concludersi eventuali concorsi culturali, indetti da enti o associazioni, che comportino spostamenti in sedi diverse per l’esecuzione o la premiazione. Di tale norma dovranno tenere conto gli organizzatori nella predisposizione dei relativi bandi di concorso.
Al divieto di effettuare viaggi nell’ultimo mese di lezione si può derogare solo per l’effettuazione di viaggi connessi ad attività sportive scolastiche nazionali ed internazionali o di attività collegate con l’educazione ambientale, considerato che tali attività all’aperto non possono, nella maggior parte dei casi, essere svolte prima della tarda primavera.
Il bosco parlante – Visita al Vivaio Forestale Regionale “Generoso Patrone”
Il Vivaio Laceno si occupa della produzione di piante forestali autoctone di provenienza locale. L’attività riguarda nello specifico la raccolta e la conservazione del seme, la coltivazione delle piante ornamentali e da siepe e la loro distribuzione.
Produzioni vivaistiche per: imboschimento: Castagno (Castanea sativa) – Cerro (Quercus cerris) – Abete bianco (Abies alba), Abete rosso (Picea abies), Ontano napoletano (Alnus cordata), Acero di monte (Acer opalus), Quercia (Quercus spp.), Roverella (Quercus pubescens),Acero montano (Acero pseudoplatanus) Siepi: Chamaecyparis (Chamaecyparis spp.) , Agrifoglio (Ilex aquifolium) Alberature: Abete greco (Abies cephalonica), Ippocastano o castagno d’India (Aesculus Hippocastanum), Tiglio selvatico (Tilia cordata), Maggiociondolo (Laburnum anagyroides), Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), Quercia rossa (Quercus rubra), Leccio (Quercus ilex), Betulla bianca (Betula alba)
La legge regionale n. 14/92 “Un albero per ogni neonato e/o minore adottato” Tutte le specie previste dalla legge possono essere utilizzate per tale occasione.
Incontro con l’esperto forestale che illustra le piante autoctone delle montagne bagnolesi. Seguirà un breve percorso guidato lungo le aree di coltivazione a seguire le esercitazioni nel laboratorio didattico: riconoscere le piante, realizzazione di talee e piantumazione nei vasi.
Orientarsi nel bosco e tra le montagne del Laceno
I frequentatori delle montagne si trovano spesso in un ambiente dove sono assenti i riferimenti (cartelli indicatori, segnavie) per provvedere verso la meta prestabilita. Ecco, quindi, l’importanza di acquisire un insieme di conoscenze teoriche e pratiche, volte a sviluppare quel “senso di orientamento” istintivo nell’uomo, ma che la civiltà in cui viviamo difficilmente consente di mantenere in esercizio. La cartografia, quale rappresentazione simbolica ma veritiera di informazioni relative al territorio, consente di interpretare la morfologia del terreno che si ha di fronte. L’orientamento, quale capacità di individuare la propria posizione sul terreno, permette, unitamente alla bussola e all’altimetro, di stabilire dove dirigersi per raggiungere la meta prefissata. Acquisire le nozioni base di cartografia e orientamento, attraverso giochi tipo caccia al tesoro, per i bambini è un’ottima attività.
Escursione guidata alla collina dei Serroncelli.
Tra i prodotti del sottobosco più rinomati di Laceno c’è il tartufo nero, il Tuber Mesentericum Vitt., prodotto tipico regionale.
Nella cornice del bosco del Laceno, si potranno scoprire le caratteristiche del tartufo, la sua storia e le tecniche per cercarlo (e trovarlo).
Al termine dell’esperienza i visitatori/escursionisti potranno provare l’inebriante sensazione della vittoria, quando finalmente il cane dissotterra il
misterioso fungo. Un’escursione guidata, quindi, fra i boschi di Laceno a caccia dello sfuggente fungo ipogeo, dove vengono illustrate le tecniche d
addestramento dei cani e la ricerca del tartufo sul luogo.
Il vero protagonista dell’escursione è il cane che detta il passo della comitiva, muovendosi fra gli alberi e annusando alla base dei faggi e delle querce. Dopo
aver passeggiato per il bosco, spesso con numerosi “avanti e indietro”, il cane rimane folgorato dal profumo in un punto preciso, e inizia a smuovere
leggermente la terra per attirare l’attenzione del cavatore.
Questi arriva e con molta delicatezza apre la buca nel punto dove il cane aveva iniziato a scavare, tirando fuori il tartufo con le mani e provocando la
consueta esplosione di profumo. La ricerca del tartufo è simulata, nel senso che i tartufi vengono preventivamente interrati dal cavatore, in modo da poter dare dimostrazione del proprio lavoro e di quello del cane. Visto che la ricerca si svolge in una tartufaia naturale, è possibile che vengano ritrovati anche dei tartufi non interrati artificialmente, ma cresciuti naturalmente sul posto.
In un ambiente protetto e accompagnati dagli operatori del ranch, i bambini potranno coccolare i pony e fare le loro prime passeggiate a cavallo e quindi, il “battesimo della sella”. I bambini inizieranno ad approcciarsi al mondo dell’equitazione poco per volta, senza fretta di imparare, solo provando a creare un rapporto con l’animale. L’equitazione, infatti, è uno sport nel quale non è necessario solo imparare una tecnica, ma nel quale c’è un compagno di giochi a quattro zampe con cui è fondamentale creare un rapporto. Si tratta quindi di uno sport formativo ed educativo per i bimbi di ogni età.
La favola della sorgente Tronola
Visita guidata al corso d’acqua Tronola – La tradizione locale tramanda la favola di Tronola, la pastorella da cui ha origine la sorgente omonima, unica fonte idrica imissaria del lago Laceno. Si narra che la generosa fanciulla provvide a dissetare un’anziana inferma con l’acqua magica della sorgente.
Il lago Laceno e la sua storia
Visita guidata al lago con passeggiata lungo le rive, illustrazione delle origini, della fauna e della flora. Il lago è alimentato da precipitazioni atmosferiche e dall’ afflusso di acqua provenienti dal bacino idrografico circostante e soprattutto dalla sorgente Tronola. La forma della sua cavità è la dolina, circolare od ovale. Le acque del lago non sono completamente trasparenti perché le molecole d’acqua assorbono la luce e perché nelle acque ci sono organismi e particelle microscopiche in sospensione e sostanze disciolte più o meno colorate che impediscono il cammino della radiazione luminosa visibile. Il bacino è densamente popolato da varie specie ittiche tra cui pesci d’acqua dolce come lucci, trote, carpe, tinche e le varietà più rare del pesce persico. Le acque del Laceno, luogo di transito primaverile e autunnale degli uccelli migratori, sono l’habitat ideale per numerosi tipi di anatre, svassi, germani, gabbiani, aironi e cormorani. Il lago non è semplicemente uno specchio d’acqua ma è anche luogo di intesa vitalità.
La sala espositiva, attraverso i reperti raccolti, racconta la storia di Laceno degli ultimi duecento anni; è suddivisa in due sezioni: l’aula che raccoglie gli utensili degli antichi mestieri bagnolesi (il boscaiolo, il pastore, il casaro, il calzolaio, il fabbro, il falegname) e lo spazio dedicato all’ornitologia, in quanto il lago Laceno è luogo di sosta degli uccelli durante i periodi della migrazione. Sono illustrati, inoltre, attraverso la fotografia d’epoca, alcuni eventi significativi della storia della località: la rassegna cinematografica del premio Laceno d’oro, la costruzione delle seggiovie, la prima gara sciistica del trofeo Amatucci. La visita al museo permette un contatto diretto con le opere originali dello scultore e pittore Giovanni Sica, per il quale Laceno è stata fonte inesauribile di ispirazione. La collezione, proveniente da donazioni di privati, ha carattere permanente ed offre un servizio culturale ai visitatori del Laceno contribuendo a far nascere curiosità e scoperta di un mondo diverso.
Il casaro e il legame con il territorio La pecora bagnolese – Dimostrazione della lavorazione del latte
La pecora bagnolese, la Malvizza, è una popolazione ovina con caratteristiche produttive interessanti. E’ distribuita principalmente nell’area dei monti Picentini in provincia di Avellino e da Bagnoli Irpino deriva il suo nome. Questo animale, dai tratti somatici simili alla Barbaresca, anche se allevato in condizioni ambientali difficili, fornisce produzioni rilevanti sia di latte e sia di carne. La genuinità del prodotto è garantita dall’alimentazione naturale al pascolo, dalle piccole dimensioni degli allevamenti, a gestione familiare e lontani dai grandi insediamenti urbani. L’agnello Bagnolese viene in genere alimentato esclusivamente con il latte materno e ciò contribuisce a rendere la sua carne particolarmente tenera e delicata.
Il vello è bianco, con bioccoli conici, su tutto il tronco ad esclusione della faccia ventrale, della regione inferiore del collo, della testa e degli arti. La testa, il collo e le estremità degli arti presentano delle picchiettature nere tipiche che, in alcuni soggetti, possono essere delle ampie macchie nere. Il latte, ricco di proteine e con una elevata attitudine alla caseificazione, costituisce la materia prima per produrre formaggi pecorini e ricotta. Così grasso e proteico, per millenni il latte di pecora è stato fondamentale per il sostentamento degli esseri umani. Ancora oggi proviene per la maggior parte da greggi allevate al pascolo del Laceno ha un profilo nutrizionale molto interessante.
I visitatori avranno modo di assistere al processo tradizionale di lavorazione del latte di pecora: il pecorino e la ricotta, formaggi storici di Bagnoli.
Sarà un momento in cui il casaro con la sua manualità darà vita ad un prodotto testimonianza del patrimonio storico, culturale ed artistico delle tradizioni del territorio che lo ha generato. Con l’esperienza diretta del laboratorio si vuole rilanciare un “ritorno alla cultura del latte” rendendo protagonista la colazione attraverso il consumo di un alimento ricco per le sue virtù sul piano nutrizionale, economico, sociale, storico-tradizionale. I bambini vengono riportati indietro nel tempo, alla colazione di una volta, quando i nostri nonni al mattino mangiavano pane raffermo e latte. Si effettuerà una degustazione guidata in cui si racconterà ai bambini l’importanza dei formaggi tradizionali ed il loro consumo sotto forma di attività ludica.
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